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La Conquista di Roma 43

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Nella vastità della piazza, solitaria, deserta, che ascende verso la chiesa, le due fontane zampillanti, sembravano due pennacchi bianchi, e l’obelisco di mezzo un bastoncello; e intorno intorno era tutta una bagnatura lieve, un umidiccio di acque quasi trapelanti a fior di suolo, un silenzio di luogo disabitato. La carrozza girò intorno all’obelisco e si fermò innanzi alla grande scalea. L’onorevole Sangiorgio guardava la facciata di San Pietro, sembrandogli molto piccola e molto schiacciata.

«Non vole andare in chiesa?» domandò il cocchiere.

«.... Sì,» disse il deputato, scotendosi dalla sua distrazione.

Quando fu sulla soglia, si voltò a guardare la piazza, macchinalmente. Aveva letto che un uomo sembrava una formica, a quella distanza; ma nessun uomo comparve, e la piazza vuota, grandissima, cosparsa di acqua, sotto il cielo biancastro, gli parve simile alla campagna romana, una vastità di campagna brulla. Nella chiesa non provò nessuna impressione mistica: egli era un indifferente in fatto di religione, non parlandone mai, discutendo il Papato come una grande que-

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