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80 | La Conquista di Roma |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - La conquista di Roma.djvu{{padleft:84|3|0]]rozza si mosse e la Regina salutò in giro e il Re agitò l’elmo piumato, dalle strade, dalle case, dai balconi, dai terrazzi, dalle soffitte, un’acclamazione frenetica sorse, si confuse, salì nell’aria bionda, nel sole, sino al cielo.
IV.
Il portoncino segnato col numero 50 in via Angelo Custode, era discosto due botteghe da un palazzo magnatizio, bigio, triste, dal portone chiuso. Francesco Sangiorgio esitò un momento: non vi era nessuno cui chiedere informazioni. Uno dei due battenti del portoncino era chiuso, l’altro socchiuso; il deputato si cacciò per un andito semibuio e vi fece sei o sette passi, sino a che arrivò a un principio di scale. Sentì che erano a chiocciola, e per non correre il rischio di rompersi il collo, accese un fiammifero. Ma al primo piano un po’ di luce si fece: al secondo ci si vedeva, quasi. Su quel pianerottolo davano tre porte e sopra quella di mezzo, era attaccato, con due spilli piegati, un sudicio biglietto da visita che portava un nome e un cognome: Alessandro Bertocchini. Sangiorgio consultò il pezzetto