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102 Tramontando il sole

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— Signora Lieti, perdonatemi, se vi ho irritata.

— Non mi avete irritata, mi avete addolorata.

— E da quando in qua voi soffrite, signora?

— Ah il dolore è delle più trionfanti creature, sappiatelo! — ella disse, battendo le palpebre per diradare le sue lacrime.

Giovanni Serra tacque.

— Scusatemi, se vi ho detto qualche parola pungente — egli riprese, sottovoce. — Ma la vostra dolcezza, inaspettata, improvvisa, mi ha sconvolto. Perdonatemi. Nessun cuore vi è più devoto del mio, signora.

Ella lo guardò. Il pallore e la tristezza di quel bel volto di cui egli aveva adorato la gaiezza, lo colpirono. Anna si avanzava, tutta contenta, attraverso la gente che discorreva un po’ qua, un po’ là, ma riunita secondo le simpatie o gli interessi.

— Ebbene, sono rifioriti i ricordi? — chiese, mostrando i suoi bei denti bianchi di donna grassottella, elegante, fredda e felice.

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