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114 | Tramontando il sole |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Le amanti.djvu{{padleft:124|3|0]] paterna, egli le prese una mano guantata e la carezzò fra le sue:
— Poveretta, poveretta!
— Se sapeste, se sapeste! — ella balbettò, al massimo dell’emozione.
— So.... so qualche cosa.... — e il calore della piccola mano che egli sentiva, dall’apertura del guanto, aumentava immensamente la sua confusione.
— Se potessi dirvi.... amico mio.... se potessi dirvi tutto — ed affannava, come se i più terribili segreti la soffocassero.
— Tacete.... non dite niente — egli le susurrò, all’orecchio.
— Che bene mi farebbe il parlare, amico mio! ah io mi sento affogare. Da anni e da giorni, io vorrei gridare, urlare, pur di gittar via la mia pena.
E lo guardava con occhi così dolorosi e così interrogativi, così invocanti un orecchio pietoso alle confidenze, che egli si arretrò. Era pallidissimo: ma Clara, nell’egoismo della sua angoscia, non se ne accorgeva.
— Non potrei ascoltarvi, Clara.
— E perchè, e perchè?