Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Tramontando il sole | 151 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Le amanti.djvu{{padleft:161|3|0]] suo orecchio fine udì il suono timido e debole del campanello, udì la voce bassa con cui egli domandava di lei, in anticamera, e il passo cheto con cui egli si avanzava, a traverso l’appartamento. Clara soffocava per il battito del suo cuore: e l’accoglienza che gli voleva fare, disinvolta e serena, come a un amico che venisse sempre, e le parole che gli voleva dire, tutto sparve, ed egli la trovò in mezzo alla stanza, aspettandolo con troppo palese ansietà e porgendogli una mano glaciale e tremante. Sedettero ambedue non accanto, ma dirimpetto: taciturni, imbarazzati. Clara non osava aprir bocca; intendeva che la sua voce l’avrebbe tradita. Egli guardava, come trasognato, i galloni rossi e azzurri che adornavano il vestito di lana bianca di Clara.
— Mi volevate: — eccomi — egli disse, con un sospiro, chinando gli occhi.
— Grazie — mormorò ella, semplicemente.
— Chiederete voi che io faccia qualche altro sacrifizio, al vostro fascino?
— Tanto vi è costato, questo? —