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La grande fiamma | 7 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Le amanti.djvu{{padleft:17|3|0]] ombra della via, si perdeva lentamente, lontana, nella bassa ombra della via. Ella guardava questo spettacolo di oscurità e di pace, con gli occhi intenti, sentendo il freddo esteriore penetrare dalla fronte, dalle guancie, dalle labbra che quasi baciavano il cristallo: la sua febbre si calmava; le vene battenti si chetavano; il petto, oppresso, respirava più liberamente; macchinalmente ella si staccava dai cristalli, richiudeva le imposte, lasciava ricadere le molli, strascicanti tende di broccato, faceva un paio di giri nella sua stanza, guardando talvolta nell’alta e stretta specchiera la sua figura bianca e i suoi occhi che bruciavano sempre. Come tutti quelli che soffrono d’insonnia, per una forte causa morbosa o per una forte causa morale, ricoricandosi, ella sentiva come un grande refrigerio, dolcissimamente parea che si dovesse addormentare nel ricordo, nella speranza del suo amore. La passione consumatrice nell’ora che fuggiva, si faceva tutta tenerezza letificante, diventava un fresco soffio che alitava sulla fronte, sugli occhi, sulle labbra, sulle mani, come a vincerne