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172 | Tramontando il sole |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Le amanti.djvu{{padleft:182|3|0]] pallido, così disfatto ed evitava tanto di guardarla!
— Amore mio, amore mio — ella riprese, tenerissimamente, carezzandogli una mano — non tormentarti, te ne prego. Non ti dico nulla, non ti domando nulla: la mia voce e le mie parole ti agitano, lo vedo. Lascia ch’io stia vicino a te, così, in silenzio.
Era, difatti, seduta accanto a lui, sul divano, e gli aveva passato un braccio sotto il braccio; aveva appoggiata lievemente la testa sulla sua spalla. Un lungo silenzio: ma ella, a occhi bassi, sentiva che il respiro di Giovanni diventava affannoso. Allora, pian piano, levò gli occhi, lo guardò, gli mormorò:
— Mi vuoi bene?
Una così grande espressione di dolore, negli occhi di quell’uomo! Ella tacque, ancora un poco, legata a lui, cheta, respirando appena: poi le parve che egli le sfiorasse con le labbra i capelli:
— Mi vuoi bene, amore? — chiese, sorridendo nel fondo del cuore.