< Pagina:Serao - Le amanti.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

Tramontando il sole 191

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Le amanti.djvu{{padleft:201|3|0]] Alle sue ginocchia, in una evocazione straziante, di quello che era stato il suo passato d’amore e nello strazio della presente realtà, egli versò poche, cocenti lacrime, le più dolorose che avesse versate mai. Smorta, con gli occhi spalancati su lui, reggendosi la testa con le mani, ella che aveva gridato tutta la sua desolazione, udiva ora le parole di una ben diversa miseria, di un disfacimento umano assai più tragico del suo; e mentre l’alba faceva il cielo di un freddissimo bianco-verdino, i due amanti si guardarono, presi da una pietà immensa, per sè stessi, e sentendo che nessuno dei due poteva consolare, giammai, giammai l’altro.

Ella, folle oramai di sacrificio, fu dimentica di sè, e si rassegnò a una forma qualsiasi dell’amore, purchè Giovanni non l’abbandonasse. Rinunziava alla passione, chiudendo gli occhi: ella che adorava solo la passione! L’amasse Giovanni, come voleva, come poteva, quando voleva: purchè quel residuo di tenerezza fosse suo! Oramai ella diventava simile ai malati che, giorno per giorno, vanno rinunziando alle

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.