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Tramontando il sole | 197 |
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— Ti tormenta, il mio amore?
— Sì, mi tormenta tanto.
— Ma perchè, ma perchè?
— Perchè mi hai amato troppo tardi — esclamava lui, per la centesima volta; — perchè io non sono più il giovanotto appassionato di dieci anni fa, ma un uomo arido e stanco, senza speranze e senza desiderii! È tardi, è tardi, Clara.
— Mai tardi, per l’amore.
— Siamo vecchi, Clara: il nostro sole tramonta.
— Dio mi salvi dalla notte — ella mormorava, avvilita, senza più energia.
Vi fu un giorno, però, in cui tutte le ombre malinconiche, e le incertezze, e i timori parvero dileguati. Era nella calda estate ed ella era andata ad Albano, sui colli, per fuggire l’aria soffocante di Roma. Colà, lo aspettava pazientemente, per giornate intiere, ma egli, pur promettendo di venire a trovarla, pur scrivendole, non veniva mai. Per tre o quattro volte ella era andata alla stazione, inutilmente. Una grandissima tristezza adesso opprimeva la donna superba; giacchè le pesava sulle