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208 | Tramontando il sole |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Le amanti.djvu{{padleft:218|3|0]] volti erano distratti e assorbiti, un soffio di gelo chiudeva la coppia amorosa. Amorosa? Niuna parola d’amore, più. Ella, a poco a poco, gli scriveva meno. Egli se ne lagnò:
— Perchè mi scrivi così poco?
— Ti affliggerei, scrivendoti.
— Tu puoi dirmi tutto, lo sai.
— Non ho da dirti nulla.
Anche quando si vedevano, la conversazione si rallentava fra loro. Prima, Clara si interessava a tutta l’esistenza di Giovanni lasciandosi narrare le sue noie e le sue soddisfazioni: adesso, ella non lo interrogava più. Se egli voleva dirle qualche cosa, lo ascoltava, ma con gli occhi velati, quasi non intendendo.
— La tua anima è lontana, Clara — le disse, una sera.
— Non è che malata, tanto malata — ella si lamentò.
— Non speri di guarire?
— Sperare di guarire? Questa guarigione è anche la morte.
— La morte è di tutte le anime che hanno amato.