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228 L'amante sciocca

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Le amanti.djvu{{padleft:238|3|0]] sue vene ardenti sarebbe venuto dalla freschezza di quell’amore, quale equilibrio sereno avrebbe messo nei suoi nervi quella mitezza d’anima muliebre, quale pace forte e vivificante avrebbe data al suo mobile e inquieto pensiero, la lentezza, la semplicità, la piccolezza del pensiero di Adele Cima. Sì, quella stupida gli sarebbe stata infinitamente cara, giacchè sarebbe stata infinitamente utile al morbo del suo spirito!

Ella venne alle due, precise. Paolo Spada che aveva gli occhi sull’orologio, come giuocando con sè stesso, sorrise, udendo suonare alla porta. Andò ad aprire egli stesso. Adele Cima gli apparve innanzi e gli sorrise, così innamoratamente, che l’uomo sentì vincersi da una emozione. Invece di baciarla sulle labbra, molto finemente, egli si inchinò e le baciò la mano. La trattava come una duchessa: egli si accorse subito che ella era meravigliata e confusa di ciò, cominciando a non capir nulla, da quel primo bacio. Poi, Adele Cima si distrasse immediatamente: egli l’aveva condotta a sedere sopra un di-

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