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L'amante sciocca | 229 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Le amanti.djvu{{padleft:239|3|0]] vano, dove era gittato uno scialle turco, e le toglieva lentamente un guanto, scherzando con le dita: essa stringeva ogni tanto la mano di lui, mentre si guardava intorno, incantata. Mai, aveva visto nulla di simile: e tutto le sembrava strano e incomprensibile, producendole esattamente l’impressione che egli aveva preveduta. In sè, egli sorrise di aver perfettamente indovinato quell’effetto. Adele Cima era come egli la vedeva, la intendeva, la supponeva, di una facilità d’interpretazione tale, come se egli rileggesse un libro imparato a memoria nell’infanzia e tutti i brani gli si ricostruissero nella mente.
— Vi piace, qui? — le domandò lui.
— .... Sì — ella rispose, dopo un minuto di esitazione. È sempre così oscura, la casa?
— Sempre. Io odio la luce, in città.
— Ah! — ella disse, senza chiedere altro. — E ci state solo, qui?
— Ho un servo: l’ho mandato via.
— Non vi annoiate, solo!
— No, mai. Salvo quando vi aspetto.