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234 | L'amante sciocca |
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— Già.... è vero, voi siete uno scrittore. Siete anche un poeta?
— Sì, cara — disse lui, sorridendo.
— Scrittori e poeti pare che abbiano molte amanti — e gli occhi grandi e belli le si velarono di lacrime.
A quello schietto dolore, egli non resse. Le prese le mani, l’abbracciò, cercò di consolarla con una quantità di parole vaghe, come si dicono ai bimbi per farli finire di piangere, per farli addormentare; ella ascoltava, già subito confortata, guardandolo negli occhi, credendogli come il bimbo crede alla mamma. Egli le soggiunse che tutti quelli erano stati amori effimeri, che ella sola era l’amata, la vera, l’unica: e una immensa fede in queste proteste di amore si leggeva nel volto di Adele Cima. Pian piano egli l’aveva condotta di là, nella sua stanza. Sovra una scansietta di legno scolpito, sostenuta da una gran mano di bronzo, erano, in legature fini di pergamena, tutti i volumi di prose e di poesie di Paolo Spada. L’innamorata ne prese uno e l’aprì:
— Che bella carta.... — disse, passan-