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L'amante sciocca 261

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Le amanti.djvu{{padleft:271|3|0]] parola. Questo ella vedeva bene, e un morso le afferrava il cuore. La febbre del lavoro e di quel lavoro la colpiva solo per i suoi fenomeni morbosi; ella non ne comprendeva nè la purissima fiamma, nè il nobile tormento, nè l’ebbrezza del travaglio. Non si spiegava perchè un uomo giovane, sano e bello, amato, amante come Paolo Spada si desse a quella passione singolare che ne consumava i giorni, la salute, la beltà, che lo toglieva, sovra tutto, all’amore. Ah questo, questo, ella non se lo spiegava ed era il suo cruccio più intimo e più costante! Nel suo giudizio stretto e poetico della vita, le pareva che un’altra donna le potesse togliere Paolo Spada, ma non già un foglio di carta bianca e una penna intinta nell’inchiostro. Che egli scordasse i suoi baci, le sue carezze, il suo amore così saldo e così affascinante nella semplicità, per restare i giorni e le notti nella sua stanza di studio scrivendo, lacerando carte, riscrivendo, passando la penna a grandi colpi sulle linee scritte, per cassarle, leggendo, declamando, fumando, bevendo

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