< Pagina:Serao - Le amanti.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

L'amante sciocca 263

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Le amanti.djvu{{padleft:273|3|0]]

— E allora, perchè mi vuoi?

— Così, per consuetudine.

Ella crollava il capo, mentre si faceva pallidissima. Paolo Spada non se ne accorgeva. Nell’orgoglio fugace dei momenti di creazione, le diceva, esaltatamente:

— Sai? Sto scrivendo un capolavoro.

— Lo credo, Paolo.

Ma non gli chiedeva che fosse. Temeva di dire una stupidaggine, chiedendo.

— È una novella, una lunga novella: ma un capolavoro. Si chiama: il vincitore della morte. Ti piace il titolo?

— Sì, mi piace.

— Veramente, ti piace? Di’ la verità.

— Mi piace moltissimo.

— Ora te ne leggo un pezzo. Ti secchi?

— No, amore, no.

Egli dava di piglio alle molte cartelle dove scriveva col suo carattere lungo e sottile, e con voce tremante, mentre le dita che tenevano il manoscritto tremavano, egli cominciava la lettura. La voce si facea più ferma e ondeggiava nei periodi che si legavano l’uno all’altro, e si abbassava mollemente, s’innalzava violenta.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.