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282 | L'amante sciocca |
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— Tu leggi troppo, ti fa male, Adele.
— Perchè, mi fa male?
— La tua testa è debole, non leggere tanto.
— Come, neppure i tuoi libri?
— I miei meno degli altri. Già, non valgono niente.
— Non dire questo, non dirlo. Perchè li hai scritti, se li disprezzi?
— Così, Adele — rispose lui, enigmaticamente, chiudendosi nel suo silenzio.
Ma, oramai, il male era fatto. Nel cervello confuso di Adele Cima turbinavano le frasi e i fatti in disordine: ed ella non afferrava più il nesso delle cose, ella imbrogliava i nomi dei personaggi e delle città, ella spesso faceva a Paolo Spada delle domande, dove appariva anche più chiaramente che ella aveva letto e non aveva inteso nulla. Due o tre volte egli la redarguì, vivamente offeso nel suo amor proprio di artista: ed Adele che non conosceva la sensibilità sempre raccapricciante delle vanità di scrittore, due o tre volte giunse a ferirlo: e il modo come egli le si rivoltò contro, modo in-