< Pagina:Serao - Le amanti.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

L'amante sciocca 297

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Le amanti.djvu{{padleft:307|3|0]] meravigliasse, sentendo che un tradimento non è un tradimento.

— Sei una scema; non capisci niente; io non amo che te; sei una scema — le continuò a dire lui, in preda a una indomabile agitazione.

Adele Cima, a quell’aggettivo che si veniva ripetendo, con tanta ostinazione e tanta crudeltà, insieme a tanto amore, nella sua agonia, chiuse gli occhi per morire.

Ma non morì. La salvarono il medico e Paolo Spada. Fu molto tempo malata, ma guarì. Il suo fu un suicidio mancato, come erano state mancate varie altre cose della sua vita. Spesso, nella convalescenza, in un effluvio di tenerezza, innamorato più che mai della sua stupidina, Paolo Spada le veniva ripetendo:

— Perchè hai voluto morire?

— Per donna Maria di Vargas.

— Ti giuro che non ne valeva la pena, anima mia.

— Oh sì!

— No, no, sei sempre la stessa, non capisci nulla. Se morivi, vedi, Adele, era perchè non hai mai capito niente.

     Serao. Le amanti. 38

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Le amanti.djvu{{padleft:307|3|0]]

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.