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Sogno di una notte d'estate | 305 |
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provinciale che chiama follia l’originalità, e che si mortifica nel presente, per godere in un troppo tardo avvenire. Così, mentre l’uno raccontava all’altro la propria vita, colui che ascoltava, apprezzava, giudicava, freddamente giudicava, senza dire il suo giudizio in forma cruda, mitigando, è vero, per riguardo all’amicizia d’infanzia, ma facendo intendere come si trovassero lontani: e a un certo punto si guardarono in viso, perchè pensarono di essere, oramai, due estranei; ma non lo dissero. E forse, in fondo, Massimo invidiava all’illustre avvocato di provincia la sua limitata ambizione e il suo assiduo lavoro, e la famiglia grassa, pacifica, al sicuro delle tempeste, e la casa messa alla buona, ma la casa degli avi, la casa dei figliuoli, e quel senso di praticismo, di serietà, di equilibrio, tutte le cose, infine, che gli mancavano; mentre l’avvocato invidiava a Massimo la vita vagabonda ma aristocratica nelle Corti straniere, e l’avvenire che potea essere splendido, e la libertà di scapolo, e tutte le avventure di quella esistenza fantastica, e quella casa
Serao. Le amanti. | 39 |
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