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346 Sogno di una notte d'estate

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— Non fumate, è una brutta cosa, somigliereste a tante donne che fumano.... tante donne....

— Come volete — disse ella, rassegnatamente.

Ma avendolo visto restar torvo, seccato, cogli occhi bassi, battendo col tacco contro il muretto, ella voltò le spalle e si allontanò un poco, girovagando, discendendo verso i Bagnoli, risalendo, affacciandosi alla vallata. Egli la seguiva con lo sguardo, ombra bianca attraverso il chiaror bianco della luna, camminare senza rumore, con appena un fruscio del vestito fra le erbe; e quando ella ritornò a lui, portava dei ramoscelli fioriti di menta selvatica. Picciolissimi fiorellini lilla sopra minutissime foglioline verdi; ella ne odorò un ramoscello e glielo porse.

Il viso di Massimo parve si rischiarasse: egli prese il ramoscello, l’odorò lungamente e poi, invece di metterlo all’occhiello, lo nascose nell’apertura del soprabito, dentro, dentro, in modo che non si vedesse più, deposto e serrato sul petto. Allora ella fece un passo e con un salto

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