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352 Sogno di una notte d'estate

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Le amanti.djvu{{padleft:362|3|0]] rienza, che vincendo finanche il profondo segreto del suo cuore, egli stesso, per la ignota forza di sentimento che rinasce dalle sue ceneri anche nei cuori inceneriti dalla passione, egli stesso sarebbe stato trascinato dolcemente in quel sogno, perduto anche lui, come una volta, come sempre. E facendo, in quell’atto, una delle più dolorose rinunzie della sua vita, il braccio che sosteneva Luisa si rallentò, un poco: pian piano le lasciò la mano. Ella trasalì, comprese: si levò, col volto così pallido che pareva vi si fosse infiltrato il raggio lunare, a raffreddarne per sempre il sangue e le fibre, si levò con le palpebre battenti, gli occhi smorti, come coperti da una nebbia torbida.

— Andiamo — ella disse, voltandosi ancora a salutare il mare, la campagna e il cielo.

Camminarono presto, vicino, senza darsi braccio; Massimo pareva oramai colto dal freddo, con un desiderio di rientrare in casa. La via era assai lunga, mentre, al venire, non se ne erano neppure accorti: a ogni nuovo gomito che faceva la via,

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