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Sogno di una notte d'estate 371

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— Lasciatemi vedere — diss’ella, pregando.

Egli obbedì, dandole la carta, dove erano scritte soltanto queste poche linee.

“Cara, cara Luisa — io debbo lasciare, per forza, questo caldo e bel paese, per un paese freddo e brutto. Me ne vado, pieno di ricordi della vostra bontà, me ne vado, addio, pregandovi di volermi un po’ di bene, da lontano, per quanto bene vi voglio io....„

— Come potete mentire così? — diss’ella, fieramente, levando la testa.

— Non mento: vi voglio bene: vi ho una gratitudine immensa, mi siete carissima....

— E partite, partite?

— Parto.

— Ah io non so più nulla, non so più nulla, io ho perduta la testa. Da quella notte.... — mormorò ella, nascondendosi il viso fra le mani. Ma dopo qualche minuto, ella si levò, andò vicino a Massimo, si sedette accanto a lui, con una espressione di ansietà, di angoscia sulla faccia che avrebbe impietosito il cuore più duro.

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