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Sogno di una notte d'estate | 379 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Le amanti.djvu{{padleft:389|3|0]] senza che la conoscenza novella potesse mai più cangiare nulla di quello che era stato.
— Voi l’amate.... molto?
— L’amo: quando si ama, si ama.
— Lo so — replicò ella, sempre senza fremito nella voce, sempre senza luce negli occhi. — Lo so: domandavo.... così.... per sapere.
Il braccio di Luisa era disteso sulla scrivania e la mano sottile aperta sul panno scuro. E pareva così abbandonata, così bianca, che a lui sembrò vedere, veramente, una mano di persona morta. Ma salvo ad averne una infinita compassione, che cosa ci poteva fare, lui? Ambedue soffrivano, e malgrado tutto, l’uno non poteva aiutare l’altro nella propria disgrazia; essa lo amava, egli, aveva di lei una pietà grande, ma l’uno non poteva tergere neppure una lacrima dell’altro. Così è, l’amore. La divina armonia di due cuori che si scelgano e che si amino, non risuona che assai raramente, nelle anime umane. E non è, invece, che una catena, l’amore, di cui gli anelli sono di metalli