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66 | La grande fiamma |
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— È il Canale Orfano, eccellenza.
E la gran leggenda tragica, che era durata, sinistra e tetra, per centinaia di anni, la leggenda di tutti quei condannati, innocenti o rei, che dopo aver agonizzato per giorni e mesi nelle carceri soffocanti della Repubblica, in una notte oscura, facevano l’ultimo loro viaggio sotto il felze opprimente della gondola, per essere strangolati tacitamente e gittati nelle acque profonde del Canale Orfano, si parò innanzi alla fantasia dei due amanti, con tutti i fremiti di sgomento che tale visione truce può dare.
— Il fondo deve essere coperto di scheletri — disse donna Grazia, guardando fissamente l’acqua.
— Torniamo indietro — soggiunse Ferrante con voce alterata.
Tornarono: e come il gondoliere affrettava il movimento dei suoi remi, donna Grazia gli fece cenno, con la mano, di far piano: pareva che temesse di disturbare quei morti. Ancora, silenziosi, vogarono per i canali, muti, quasi stanchi, non guardandosi neppure. Il movimento