Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
La grande fiamma | 87 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Le amanti.djvu{{padleft:97|3|0]] gente, sparente, idealità, buona e pura di cui tutti abbiamo bisogno per vivere, sia essa una finzione o una realtà, una donna o un’idea. Intendete ora perchè chiamo Venezia un pietoso pellegrinaggio; perchè Venezia mi sembra la tomba dove è sepolta tutta la poesia della mia vita; e perchè quando mi sento divenire perverso a furia di frivolezze e di scetticismo, io vengo qui a ricordare la dolce creatura vissuta e morta solo per l’amore.
S’imbarcavano, soli, sul vaporino; poichè niuno faceva più il tragitto dal Lido a Venezia. Rosso, rotondo, come disco di rame arroventato, il sole tramontava, basso sull’orizzonte. Erano seduti tutti tre sulla terrazzina di prora e tacevano. A un tratto Grazia, scuotendosi, disse:
— Povera donna! Avrebbe potuto vivere, amare, esser felice....
— Chissà! — disse profondamente Giorgio. — Se non fosse morta lei, sarebbe morto l’amore.
— È vero — disse Ferrante.
— È vero — disse Grazia.