< Pagina:Serao - Mors tua.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

— 100 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Mors tua.djvu{{padleft:108|3|0]]

— Adesso, è tempo che le madri obbediscano ai figli lontani.

E fra il pianto che ella frenava il suo bizzarro riso di obbedienza, la madre di Gianni Scalese si congedò, si allontanò.

— Poveretta — disse, piano, Marta Ardore.

— Poveretta — ripetette Carolina Leoni.

— Poverette noi tutte.... — proruppe Carmela Soria.

E ognuna andò tacita, lenta alla sua strada. Giorgio Ardore, svelto, disinvolto, sereno, aveva messo il suo braccio sotto quello di sua madre, conducendola via: ed ella si lasciava condurre, via, dal suo più giovine figlio.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.