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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Mors tua.djvu{{padleft:153|3|0]]uno è gravissimo e ha un delirio ... un delirio ... si dibatte, bestemmia, urla ... Gli diamo, ogni tanto un bagno freddo, gelato, per far discendere la temperatura: si calma per qualche ora ... poi, ricomincia ... La notte, specialmente ...

— La notte?

— Tutti i tifosi sono agitatissimi, la notte, don Lanfranchi — dice, pensosa, suor Serizia.

— Dormite poco, è vero?

—- Non molto ... ma sto benissimo! — soggiunge, subito, sorridendo suor Serizia. — D’altronde, ho due sorelle, con me, suor Michelina e suor Benedetta ... buonissime, forti, robuste ...

— E l’altro infermo?

— L’altro è meno malato: può scampare: scamperà ... Ma è così inquieto, sempre! È un popolano di Roma: e seguita a disperarsi, perchè non ha notizia dei suoi. E fa scriver lettere su lettere: ma quelli non rispondono.

— Lo hanno dimenticato?

— Chi sa! La posta va così male ... e nelle città grandi, sono così obbliose, le persone ... — suor Serizia sospira, mentre si avvia, verso il fondo, ove sono i. tre convalescenti. Dice loro qualche cosa, accompagnando le parole, col suo sguardo benevolo. Poi, si ferma con Pippo, gli dà un leggero scappellotto sulla spalla, gli sorride, l’altro ride: ed ella ritorna, per risalire nell’ospedaletto.

- Ci date una messa, domattina, don Lanfranchi?— chiede al prete soldato, che l’attende sulla soglia. — Una messa specialissima?

Egli esita, un istante: poi balbetta, quasi:

— Perchè no, se resto stassera, in città ... Non lo so, se resto ... Ve lo faccio sapere ...

Ascende le scale, la paziente e operosa suora: lento, lento, come se avesse esaurito ogni suo vigor fisico, don Lanfranchi la segue. Tre porte oscure si aprono sovra un largo pianerottolo e già si respira, là fuori, l’acuto odore dei disinfettanti. Suor Serizia introduce nel suo ufficio, come ella dice, ridendo, don Lanfranchi: è una stanzetta nuda.

M. Serao. Mora tua ... 10

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