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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Mors tua.djvu{{padleft:274|3|0]]E, poi, più tardi, ho tanto pensato, tanto riflettuto... Era una inconsciente, Barberina... Non discerneva il bene dal male...

— ... una incosciente... non discerneva il bene dal male... — egli ripete, con un tono stranissimo.

— Ascolta, ascolta Camillo... — ella si affanna, pensando di poterlo meglio placare — Te lo confesso, dopo la morte di Mario... dopo la gran certezza venutami da quella morte, io le ho perdonato...

— Le hai perdonato?

— Sì. Non l’ho più vista: non la vedrò mai più: ma le ho perdonato.

E poiché le sembra che egli sia, oramai, dominato dalla sua tenerezza, dalla sua bontà, dalla sua pietà, poiché le sembra di avere risvegliato ed esaltato nell’anima di suo fratello, la bontà, la pietà, ella osa soggiungere:

— Anche tu, le perdonerai.

Egli non si ribella, non protesta.

— Sì, sì, le perdonerai... — ella è sempre più affannata, nella speranza di vincere un ultimo ostacolo. — Prima... talvolta... fosti così buono... con lei, buonissimo... lo so... E le perdonasti...

— Sì, le perdonai — egli annuisce, tranquillo.

— Certo, prima... ella non aveva peccato... che di leggerezza... di vanità — ella soggiunge, ancora incerta, perplessa.

— Già.

— Era altra cosa prima... poco o niente, forse

— Poco o niente... forse.

— Questo, sì... è un peccato tremendo... Ma uno dei colpevoli si è purificato, Camillo, con la morte...

— Già.

— Che mi dici, Camillo?

— Nulla, Magda — egli conclude, gelido.

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