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— ... Signore, Signore, perdonate a questo vostro povero servo, carico di anni e di tristezze, se non ha saputo meglio difendervi, innanzi alle orrende accuse, uscite da quella bocca giovanile, che tante volte aveva inneggiato a Voi.... Perdonate, Signore, allo smarrimento del mio cuore paterno, alla debolezza della mia mente stupefatta, se non ho tuonato contro il sacrilego insulto... Perdonatemi, Signore... io dovevo castigarlo, Giulio Lanfranchi, fieramente dovevo maledirlo, e perseguitarlo con la mia maledizione, ovunque andasse... ma il mio cuore ha disperso la forza al mio sdegno...
Congiunge le mani, il vescovo, in atto di supplicazione, e tutto il suo volto, è una preghiera alla Divinità:
— ... Signore, Signore, punite il vostro servo, così fiacco, così inerte, che, stassera, ha mancato contro Voi: la vostra mano punitrice si aggravi su me... Ma non sul blasfematore, ma non sul sacrilego pesi il vostro castigo, Iddio di clemenza, Iddio di misericordia... Sì, sì, egli vi ha tristamente offeso, vi ha oltraggiato, egli ha calpestato il vostro Santo Nome, ma lo spettacolo della carneficina, ma tutto il sangue umano versato, avean sconvolto la sua ragione! Signore, pietà di colui che fu vostro, Signore, e dategli il segno vostro, con la bontà... Fate un miracolo, Signore, per Giulio Lanfranchi, che vi servì, adorandovi, come vostro levita, ritoglietelo allo Spirito del Male, che ve lo ha preso...
Prega, così, sino ad alta notte, don Filippo Morcaldi, e non è stanco, e non va al suo riposo, poiché spasima di dolore per colui che fu suo figlio di fede, per colui che egli non vedrà più e che se ne è andato, per le perdute vie del mondo, povero, solo, devastato, disperato...