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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Serao - Mors tua.djvu{{padleft:71|3|0]]È molto carina: è di Mario Costa. Comincia così: Beau chevalter, qui partez pour la guerre!...
— Senza cuore! — egli replicò, ancora nascondendosi il viso fra le mani.
— È così, Barberina — insistette, di nuovo, seria, grave, la sorella. — È tanto diversa, da me, da te. Noi non la comprendiamo. Ella non ci comprende. Chi sa mai che pensa, che sente, così differente da me, da te! Stassera, canta: forse, domattina, quando tu la lascerai, piangerà: e forse, sarà sincera, nel pianto come nel canto. Forse sarà molto infelice, nella tua lontananza: forse tremerà di ogni tuo rischio, Camillo.
— Tu credi a tutto quello che dici, Magda? — chiese, ansiosamente, il fratello. — Non lo dici per illuderti? Non lo dici per placarmi?
— Crediamo sempre al bene, Camillo — disse la sorella, senza rispondere direttamente.
— Dimmi, Magda, tu non la lascerai, Barberina, quando io non vi sarò, libera, alla sua frivolezza, al suo capriccio?
— Essa non mi ama, Camillo: ma, per te, non la lascerò.
— Tu me lo prometti, sorella cara?
— Te lo prometto, Camillo.
— Se Barberina, soffre, come tu dici, tu la consolerai?
— Quanto l’ami — disse Magda Falcone, con un pallido sorriso. — Ebbene, sì, se soffre, io cercherò di consolarla. Cercherò, Camillo, poiché domani, io potrò essere precipitata nella solitudine e nel dolore, tu lo hai dimenticato....
— Egoista, egoista che sono! — egli gridò. — Povera sorella mia, Magda cara, santa sorella mia, Dio protegga colui che tu adori!
— Dio protegga Mario e te, fratello! — ella gridò.
E si strinsero nelle braccia, in un saluto, in una invocazione, in una preghiera.
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Davanti alla lucida spera, ritta, con le braccia levate e nude, che avevano fatto ricadere indietro