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Rinfrancatasi, ella lo fissava con uno sguardo pieno di fierezza.

— Priamo, tu non sai quello che dici!

— Io dico quello che tu mi fai dire. Se volevi che parlassi in diverso modo, anche tu dovevi operare in diverso modo.

— Io opero come credo sia mio dovere....

— Il tuo dovere! — egli allora proruppe, curvandosi alquanto ed avanzandosi come per slanciarsele addosso. — Che ne sai tu di dovere? Tu, tu parli di dovere? Tu parli e operi come ti hanno insegnato a parlare e ad operare.

Si drizzò, si fermò, davanti a lei, alto e fremente, e proseguì:

— Se il tuo confessore ti dicesse che il tuo dovere è di uccidere, di giurare il falso, di suicidarti.... tu lo faresti. Il tuo dovere tu lo intendi così!

— Dio mio, come sei! Come sei diventato!... — ella balbettò, stupita più che offesa.

Priamo le afferrò le mani, con le sue mani bianche, scarne e tenaci come quelle d’un malato preso da convulsioni.

— Son diventato ciò che tu mi hai fatto diventare.... Ho da dirti molte cose, sai.... Bisogna che te le dica.... sono tornato per questo, sai.... Io non ho dimenticato nulla.... e voglio lottare ancora....

— Lasciami, — ella disse, tremando di rabbia e di passione. — Io non ho nulla di co-

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