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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sino al confine.djvu{{padleft:143|3|0]]sollevato, ella pareva sdegnasse davvero ogni contatto col mondo lontano; eppure, quando era sola, ogni foglia che cadeva la turbava. Le sembrava che il vecchio albero le rinfacciasse il passato, e nelle notti limpide quel mormorio le diceva cose strane e lamentose. Allora, nel dormiveglia, ella confondeva l’immagine di Francesco con quella di Priamo; ed entrambe le figure, ardenti e tenaci, la seguivano nei suoi sogni, la tentavano, le destavano confusi desideri: ma anche sognando ella le scacciava con terrore, sembrandole di peccare doppiamente!

Il giorno della vendemmia Francesco arrivò presto, con Luca e col canonico Sulis; ma per non dar sospetto ai vendemmiatori, i due fidanzati evitavano di avvicinarsi. Francesco aiutava le vendemmiatrici e scherzava con loro, e ad un tratto sparve, e ritornò nella vigna vestito con gli abiti del canonico Sulis: le donne risero tanto che dovettero sedersi per terra.

All’ombra della quercia il canonico Sulis in maniche di camicia e con due lunghe e larghe borse di tela turchina pendenti sui fianchi, leggeva il breviario; e quando Gavina andò a chiedergli se avesse bisogno di qualche cosa la fece sedere accanto a sè e le scompigliò i capelli, ridendo goffamente perchè lei si stizziva.

— Voi, — le annunziò (le dava dei voi

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