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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sino al confine.djvu{{padleft:161|3|0]]non metterti in mente ch’io pianga: sono, allegra, molto allegra. Ma tu, perchè stai li, sfaccendato? Va e almeno spazza la neve nella strada davanti alla casa.
Egli obbedì, ma Luca lo rincorse e cominciò a sgridarlo.
— Sempre bilioso, signor Luca! — gridò una voce dalla piazzetta, ove già s’era adunata molta gente per veder passare gli sposi.
Luca guardò e vide un vecchio che pareva un frate, avvolto in un lungo gabbano stretto alla vita da una cordicella di pelo.
— Come, siete vivo ancora, zio Sorighe?
— Più vivo di vossignoria! — rispose il vecchio avanzandosi; e senza chiedere permesso entrò nel cortile e poi in cucina, dove Paska, sebbene affaccendata, lo accolse benevolmente.
— Dov’è la sposa? Si potrebbe dirle una parolina? — egli domandò.
— Proprio adesso? Impossibile. Sta a vestirsi per andare alle nozze. Ritornate più tardi; prenderete un boccone.
Egli allora ritornò nella piazzetta. La gente accorreva da ogni parte e alle finestre apparivano i visi curiosi delle donne e dei bambini; anche Elia, con un soprabito foderato di pelliccia, s’affacciò al suo balcone. Gli sposi non tardarono a passare. Poche persone, fra cui i canonici Felix, Bellìa e Sulis, li accompagnavano; e il canonico Felix volgeva di qua