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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sino al confine.djvu{{padleft:184|3|0]]il giornale. Egli mi nasconde il suo pensiero, egli mi inganna e sa che lo inganno, — pensava, e sentiva una cupa irritazione contro Francesco e contro sè stessa. — Perchè evitare di parlarne? — si domandò poi, e disse esitando:

— Pare si tratti di un delitto....

Francesco, che s’era messo a tavola e mangiava con appetito, evitava di parlare dell’avvenimento, ma doveva pensarci perchè rispose pronto:

— E tu ci credi? Oh, no, no, non si tratta di un delitto. I parenti vorran dire così; ma egli s’è ucciso. Ed ha fatto benissimo.... era l’unica via che gli rimaneva aperta. Doveva finire così!

Il tono sdegnoso con cui egli pronunziò l’ultima frase finì d’irritare Gavina, i cui occhi, sotto le palpebre abbassate, brillarono di lagrime e di sdegno.

— Perchè, Francesco? Perchè doveva finire così? Aveva forse rubato? Forse ucciso? Ala neppure in questo caso uno devo uccidersi. Tu però non lo ammetti.... tu....

— Oh, certo! — egli disse tranquillamente, evitando di guardarla, — Uno che ha, diciamo, il coraggio di uccidere o di rubare ha pure il coraggio di andare avanti anche se innanzi a sè vede il carcere. Vi sono uomini che escono dal delitto e dalla punizione più risoluti di prima; risoluti a infrangere tutti

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