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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sino al confine.djvu{{padleft:189|3|0]]ella ricorreva a lui per debolezza, nel momento del pericolo. Ma come un velo di nebbia le scese intorno; fu assalita da tutte le incertezze e i terrori di uno che attraversa una foresta e smarrisce la strada.
Durante il resto della giornata non fece che domandarsi:
— E se qualcuno verrà accusato?
Il suo pensiero ricorreva incessantemente al canonico Bellìa, ma con irritazione, quasi con odio. «Lui, lui dovrà rimediare a tutto» pensava. Suo malgrado le parole di Francesco le causavano un dolore incessante, ora intenso, ora acuto, come quello di una ferita; e non osava confessarlo a sè stessa, ma pensava al suo ex-confessore come ad un complice, e soltanto l’idea di ricordargli la sua parte di «responsabilità» e costringerlo ad evitare un nuovo delitto le dava un amaro conforto.
Del resto la giornata passò tranquilla. Francesco non le parlò più del losco avvenimento, e si mostrò come al solito affettuoso e tenero.
L’indomani mattina ella uscì sola, dirigendosi fuori le mura. La sua irritazione era sparita; ma le rimaneva in cuore un peso, un’inquietudine paurosa, come per un guaio imminente. La giornata era triste e fredda: il cielo coperto di nuvole d’un grigio terreo dava l’idea d’una pianura paludosa, e le strade piene di polvere sembravano strade di cam-