Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 187 — |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sino al confine.djvu{{padleft:193|3|0]]
— È qui, in via Boncompagni. Se vuole posso andare io.
Ma Gavina rispose sgarbatamente:
— No, vado io.
Egli s’alzò e la seguì; ma prima di uscire depose un involtino sulla tavoletta.
Quando Francesco rientrò Gavina apparecchiava la tavola, ed era pallida ma calma, decisa a nascondergli persino la visita del signor Zanche; egli però vide l’involtino e lo aprì con curiosità di bimbo goloso. C’eran dentro otto datteri che sembravano grosse perle d’un bruno dorato e trasparente.
*
Nel pomeriggio arrivò una lettera scritta da Luca a nome di sua madre, e Gavina l’aprì con ansia, cercando le notizie che la interessavano.
«Pare che ziu Sorighe, prima di ripartire, dopo che stette a casa nostra, abbia fatto qualche spesa cambiando un biglietto da cinquanta lire appartenente a Priamo. Noi però lo riteniamo innocente: egli senza dubbio si è nascosto per non essere arrestato, in attesa che venga proclamata la sua innocenza».
— Mia madre ti saluta, — disse Gavina a Francesco, senza fargli leggere la lettera; e at-