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— E non lo decifrerete mai! Lasciatemi. Lasciate in pace i miei capelli.

— Anche i vostri capelli, adesso, sono indiavolati! Va, io prevedevo questo! — egli gridò, spingendola lontano da sè.

Gavina voleva scherzare, ma si sentiva triste, e allontanandosi disse:

— Tutto cambia al mondo!

Uscì nell’orto e andò a mettersi sotto l’elce: la luna nuova calava sull’orizzonte glauco, le stelle brillavano al disopra della montagna; no, nulla era mutato, intorno, ma ella pensava alle parole dette allo zio, e quando sentì suonare l’avemaria non si fece neppure il segno della croce.

Dopo cena Luca e Francesco uscirono assieme; e sebbene molto stanca, Gavina attese che sua madre fosse andata a letto per farsi raccontare da Paska tutti gli avvenimenti accaduti dopo la sua partenza.

— Una volta mi scrissero che Luca voleva sposare Michela. Raccontami tutto. No, prima dimmi che cosa pensaste quando Francesco venne qui, pochi giorni dopo la nostra partenza.

— Eh, ci siamo spaventate! Egli disse, appena arrivato, che lo richiamava il giudice istruttore, come testimonio. Nessuno di noi credette. La mia padrona pianse tutta la notte. Ella credeva che tu e Francesco aveste litigato. Ma quando egli ripartì, allegro com’era venuto, ci rimettemmo il cuore in pace.

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