Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 29 — |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sino al confine.djvu{{padleft:35|3|0]]
— Paska, dorme ancora con te, questo marmocchio?
— Itria Sulis! — impose Paska severamente — di’ a tuo nipote che suo padre mi ha ordinato di chiudere la porta.
— Bene, vattene; non voglio storie, io, — disse la zia Itria a Luca.
Egli però non si mosse. Paska se ne andò; ma dalla finestra Gavina sentì che quei giovinastri continuarono a deridere la serva. Il nano proponeva di darla in moglie al «reduce» e la zia Itria canticchiò dei versi in italiano, a proposito di questo matrimonio:
Un bel gobbo ed una gobba |
Stizzita Gavina chiuse la finestra verso strada e andò a quella verso l’orto.
Lì almeno tutto era fantastico e puro. La luna illuminava le montagne, i cui ultimi profili sembravano nuvole azzurre orlate di madreperla; i grilli stridevano sull’elce, nero ed immobile sullo sfondo luminoso del paesaggio; e persino i cavoli rassomigliavano a strani fiori grigiastri ricamati d’argento. Dalla vegetazione tropicale che circondava il pergolato salivano acute fragranze; e l’odore amarognolo dell’oleandro richiamò alla mente di Gavina il ricordo dei cacciatori appostati fra le macchie della brughiera.