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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sino al confine.djvu{{padleft:87|3|0]]nera nella fanciulla, non cercava di nascondere il suo turbamento. Tutt’altro che desolata per l’assenza di Luca Gavina disse ridendo:
— Che cercate qui? Oh, ladri?
Francesco rise, ma con le labbra tremanti, e senza chieder permesso si arrampicò sul muro e si guardò attorno: il piccolo orto bianco di luna gli pareva un giardino incantato.
— Michela, mi pare di veder tuo padre nello stradale!
— Che occhi di lince! — rispose Gavina. — Ma se zio Bustiano è dall’altra parte!...
— Francesco stanotte ha le traveggole! — disse Michela, urtandola col gomito; ed entrambe cominciarono a beffarsi di lui, finché non s’udì davvero la voce del contadino.
— Luca s’è chiuso nella casetta della vigna, e fabbrica fuochi artificiali! S’è impegnato di fornire i fuochi per la festa della Madonna della Neve. Verrà compensato, e spera di proseguire la «carriera» e di faro molti denari! Non son riuscito a convincerlo di ritornare in paese; ma forse è meglio così; lavorare non nuoce.
— Quale degradazione! Egli è diventato pazzo del tutto! — disse Gavina con dolore; poi si pentì di aver parlato così in presenza dei Fais ed aggiunse con orgoglio: — egli fabbricherà i fuochi per divertirsi; non ha bisogno di fare quel mestiere lì.