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18 Sonetti del 1828

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi I.djvu{{padleft:330|3|0]]dia civica„ c’era già in Roma prima che fosse ricostituita a difesa del trono e dell’altare nel 1831. Cfr. Coppi, Annali d’Italia; tom. VIII, pag. 116.] Domenico Biagini.      2 Giovanni      3 Silvagni.      4 [Così il Silvagni, come il Biagini (e per quest’ultimo l’ho già avvertito), erano amicissimi del Belli; e nel 1828 si riunivano con altri in casa sua tutti i giovedì a sera, per leggere insieme la Divina Commedia.] [Cioè: “caso mai viene in Trastevere.„]      6 [M'avanzi forse qualche cosa? L’hai forse con me?]      7 [Rinnoca.]      8 [Te lo rovino.] [Così l’autografo; e si capisce che vuol dire: pe’ vvie de, cioè: “a cagione, perchè.„ Ma questa forma non s'incontra in nessun altro sonetto; mentre s'incontra spesso, nello stesso senso, la forma pe’ vvia.]      9 [Stare, o essere ad Ardea: ardere, non avere un quattrino. Bruciare, dicono a Firenze.]

     10 Detto per celia. Io posseggo realmente una bella e piccolissima incisione d’un bel quadro a olio rappresentante la decapitazione di Maria Stuarda, dipinto a Milano dal mio amico Hayez.

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