< Pagina:Sonetti romaneschi IV.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

Sonetti del 1835 203

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi IV.djvu{{padleft:213|3|0]]“scarso prodotto, stante l’agitazione delle onde, che sembravano esultare all’aspetto di Lui che tiene in terra luogo di Dio,„ il padre Rosani delle Scuole Pie gl’improvvisò questo piccolo capolavoro d’adulazione:

Dat telluFonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte spectacla tibi, spectacla dat aequor:
  Fluctibus hoc raucis plaudit, et illa sono;
Quod si pissiculos tibi retia bina negarunt,
  Haec est, ni fallor, Maxime, causa, Pater:
Namque tibi piscari homines dedit ille Magister,
  Cuius in Orbe sacro fungeris officio.

V. Suppl. al Diario di Roma del 23 maggio 1835.]      2 Nuotare.      3 Scandagliare.      4 Cameriere e consigliere intimo di Nostro Signore. [V. l'ultima nota del sonetta: La morte ecc., 11 genn. 34.]      5 Si parlò in Roma di questo colossale progetto, che almeno servì per tenerci un po’ allegri.      6 [Centinaio, di scudi si sottintende.]      7 [Cefali.]

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.