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264 | Sonetti del 1845 |
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LA SPIEGAZZION DE LE STAGGIONE
Basta, o er prospero, inzomma, o ll’acciarino,
Siconno l’usi novi o ll’usi antichi,
Er mi’ discorzo, iddio ve bbenedichi,
Nun ve pò ancora entrà ddrent’ar boccino.
Io dico questo: annate a mmette, amichi,
Un deto su la fiara d’un cerino.
Ce l’arreggéte o nnò? Ppe’ zzi’ rampino,
Ce la potete arregge un par de fichi.
Ma cquer che nun ve sta ne la capoccia
È cche sto foco poi ve lo portate
Ne la pietra e nner prospero in zaccoccia.
E l’istesso, testacce de marmotta,
Succede ne l’inverno e nne l’istate.
Er zole cosa fa? scotta e nnun scotta.
4 gennaio 1845
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