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Sonetti del 1846 297

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ER CAVAJJER DE SPAD'E CCAPPA

  Chi ffussi cavajjer de spad’e ccappa
Cosa vierebb’a èsse in fin de fini?
Eh, ssarebb’uno che nun cià cquadrini,
Eppuro, grazziaddio, sempre la strappa:

  Un negozziante de leccate e inchini
Che sta ar ricasco de li ricchi, e ppappa:
Uno che rruga sempre e ssempre scappa,
E ssoverchia noantri piccinini:

  Un pajjaccio de corte, un cammeriere
Pien de croscette e ffittuccine in petto,
C’arregge a li padroni er cannejjere:

  Uno che nnun za un cazzo a ffa er dottore:
Un Galimêdo arriggistrato in Ghetto:
Un milordo a la bbarba der zartore.

4 gennaio 1846

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