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422 Sonetti del 1847

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  E io che ancora nun ho mmai possuto
Ingrannì ll’ostaria sott’a la torre?
Nun l’arrivo a spuntà cco cquer cornuto
Compaggno de Nabbuccodonosorre!

  Me traccheggia, lo so, pporco futtuto!
Ma cco st’omaccio vacce un po’ a discorre:
T’arisponne cór zolito irre-orre
E tte stracca a minuto pe’ mminuto.

  E ll’antra de volé cche cce se parli
Sempre pe’ la trafila de la mojje,
Piena de zzaganelle e zzirlivarli?

  Ch’io je darebb’un carcio, iddio ne guardi,
Propio indove je pijjeno le dojje
Quanno popola er monno de bbastardi!

14 febbraio 1847

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