Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
commemorata parte, da l’uno e altro canto comincia a scoprirsi la forma di quattro parentesi, che ingeminate par che ti vogliano, stringendo la bocca, proibir il riso con quegli archi circonferenziali, ch’appaiono tra li denti ed orecchi, per farti sembrar un crocodillo. Lascio che, o ridi o non ridi, ne la fronte il geometra interno, che ti disecca l’umido vitale, e con far più e più sempre accostar la pelle a l’osso, assottigliando la cute, ti fa profondar la descrizione de le parallele a quattro a quattro, mostrandoti per quelle il diritto cammino, il qual ti mena, come defuntoro. Perchè piangi, Venere? Perchè ridi, Momo? disse, vedendo questo mostrar i denti, e quella versar lacrime. Ancora Momo sa, quando un di questi buffoni, de' quali ciascuno suol porgere più veritadi di fatti suoi a l’orecchi del prencipe, che tutto il resto de la corte insieme, e per quali per il più color, che non ardiscono di parlare, sotto specie di gioco parlano, e fanno muovere e muovono dei propositi, disse ch'Esculapio ti avea fatta provisione di polvere di polpa di cervio e di conserva di coralli, dopo averti cavate due mole guaste tanto secretamente, che ora non è pietruccia in cielo, che nol sappia. Vedi dunque, cara sorella, come ne doma il tempo traditore, come tutti siamo suggetti a la mutazione: e quel che più tra tanto ne affligge, è, che non abbiamo certezza nè speranza alcuna di ripigliar quel medesimo essere a fatto, in cui tal volta fummo. Andiamo, e non torniamo medesimi, e, come non avemo memoria di quel ch'eravamo, prima che fussimo in questo essere, così non possemo aver saggio di quel che saremo da poi. Così il timore, pietà e religione di noi, l’onore, il rispetto e l’amore vanno via, li quali a presso la