Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
DIALOGO PRIMO 65Che cosa vuoi, che succeda al suo luogo, o padre? »
— « La prudenza, » rispose Giove, « la quale deve essere vicina a la veritade; perchè questa non deve maneggiarsi, muoversi e adoperarsi senza quella, e perchè l’una senza la compagnia de l'altra non è possibile che mai profitte, o venga onorata. » — « Ben provisto, » dissero li dei. Soggiunse Marte: «Quel Cefeo, quando era re, malamente seppe menar le braccia per aggrandir quel regno, che la fortuna gli porse. Ora non è bene, che qua, in quel modo che fa, spandendo di tal sorte le braccia, e allargando i passi, si faccia così la piazza grande in cielo. » — « Ebbene, dunque,» disse Giove, « che se gli dia da bere l’acqua di Lete, a fin che si dimentiche, ponendo in obblio la terrena e celeste possessione, e rinasca animale, che non abbia nè gambe nè brac- cia!» — « Cosi deve essere, » soggiunsero li dei; « ma che in loco suo succeda la Sofia, perchè la poverina deve anch’ella partecipar de li frutti e for- tune de la veritade, sua indissociabile compagna, con la quale sempre ha comunicalo ne le angustie, affli- zioni, ingiurie e fatiche; oltre che, se non è costei che le coadministre, non so, come ella potrà essere mai gradita, e onorata. » — « Molto volentieri, » disse Giove, « lo accordo, e vi consento, o dei; per- chè ogni ordine e ragione il vuole, e massime, per- chè malamente crederei aver reposta quella nel suo luogo senza questa, e ivi non si potrebbe trovar con- tenta, lontana da la sua tanto amata sorella e diletta compagna. »
« De l’Arctofilace, » disse Diana, « che, si ben smaltato di stelle, guida il carro, che credi Momo, che si debba fare? » — « Rispose: «per esser lui
quell’Arcade, frutto di quel sacrilego ventre, e quel
Bruno, Bestia trionf. 5