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PARTE PRIMA.

Già sorgeva il secolo decimosesto, e gli artefici ch’eransi[Ragioni generali del perfezionamento delle Arti in Italia.] sin allora limitati all’imitazione servile e secca della natura, adottando uno stile più grandioso, e cercando oltre la material rappresentazione degli oggetti, anche la grazia, l’espression, la bellezza, portavan le arti alla maggior perfezione. Animati essi, e protetti ergevano in ogni parte quegli ammirabili monumenti, per cui l’Italia nelle belle arti gode incontrastato l’impero sopra tutte le moderne nazioni. I mecenati, in grazia de’ quali gli artefici avean campo sì vasto di far brillare il loro ingegno, e cui le arti risorte lo splendor loro doveano, erano in primo luogo i ricchi signori, i quali per mezzo della rinata letteratura formato avendo il gusto, ed essendosi avvezzati a sentire e ad apprezzare il bello, chiamavano a gara i pittori ad adornare le gallerie e le sale dei lor palagi, ed a trasmettere ai posteri le loro immagini. Mecenati non men di essi benemeriti erano in secondo luogo i doviziosi ordini religiosi, i quali le sovrabbondanti loro ricchezze impiegavano ad abbellire i chiostri, ed i templi loro con gusto così purgato e con tale magnificenza, che divenivano santuarj della religione non solo, ma ancor delle arti. La maggior protezione finalmente la dovevano ai Sovrani, i quali nelle lor reggie che son tutt’ora la meraviglia d’Europa, volean raccolto quanto l’ingegno umano produr sapeva di più peregrino, ed inoltre, acciò tutto parlasse ai sudditi della gloria della nazione, facevan coprire le pareti dei senati e dei tribunali colla rappresentazione dei fatti i più luminosi, che registrati trovavansi nei loro annali.

Parea che la luce di questo sole benefico, che luminoso sorgeva sull’italiano orizzonte, penetrar non dovesse sino al Friuli,[Ragioni particolari del risorgimento dell’arte in Friuli.] mentre nessuna delle cagioni, per cui le arti prosperavano altrove, influir potea sul medesimo. Infatti i ricchi feudatarj


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