< Pagina:Storia di Milano II.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

pesi intollerabili, molti erano fuggiti e fuggivano continuamente dalla città, non ostante l’asprezza dei comandamenti e la diligenza delle guardie, si procedeva contro gli assenti alle confiscazioni de’ beni, ch’erano in tanto numero che, per fuggire il tedio dello scrivere si mettevano a stampa, ed era stretta in modo la vettovaglia, che infiniti poveri morivano di fame, e i nobili mali vestiti e poverissimi, e i luoghi già più frequentati, pieni di ortiche e di pruni.

Mentre le cose nel Milanese erano giunte a questo estremo, e i Francesi facevano progressi nel regno di Napoli, il Lautrec morì colà di malattia il 7 agosto del 1528. Gli successe monsignor Vaudemont, che presto egli pure morì, e rimase a comandare l’armata francese nel regno il marchese di Saluzzo, dove per i Cesarei comandava il principe d’Orange. Ma dopo tante speranze di conquistare quel regno, le forze galliche, diradate prima dalla pestilenza, furono annichilate vicino ad Aversa il 28 agosto; tutta l’armata si rese a discrezione, ed i soldati vennero

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.