< Pagina:Straparola - Le piacevoli notti II.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

— 199 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Straparola - Le piacevoli notti II.djvu{{padleft:211|3|0]]colei a cui primieramente toccava. Ed acciò che si desse incominciamento al favoleggiare, la Signora comandò a Fiordiana che cominciasse; ed ella, fatta prima la riverenza, così disse.


FAVOLA I.

Soriana viene a morte, e lascia tre figliuoli, Dusolino, Tesifone e Costantino Fortunato; il quale per virtù d’una gatta acquista un potente regno.


Molte volte, amorevoli donne, vedesi un gran ricco in povertà cadere, e quello che è in estrema miseria ad alto stato salire. Il che intervenne ad un poverello, il quale, essendo mendico, pervenne al stato regale.

Trovavasi in Boemia una donna, Soriana per nome chiamata; ed era poverissima, e aveva tre figliuoli, l’uno di quali dicevasi Dusolino, l’altro Tesifone, il terzo Costantino Fortunato. Costei altro non aveva al mondo che di sostanzia fosse, se non tre cose: cioè uno albuolo, nel quale le donne impastano il pane, una panara, sopra la quale fanno il pane, ed una gatta. Soriana, già carica d’anni, venendo a morte, fece l’ultimo suo testamento; e a Dusolino suo figliuolo maggiore lasciò l’albuolo, a Tesifone la panara e a Costantino la gatta. Morta e sepolta la madre, le vicine per loro bisogna quando l’albuolo quando la panara ad imprestido lor chiedevano; e perchè sapevano loro esser poverissimi, gli facevano una focaccia, la quale Dusolino e Tesifone mangiavano, lasciando da parte Costantino minor fratello. E se Co-

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.