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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Svevo - Senilità, 1927.djvu{{padleft:100|3|0]]di veder lo scultore conquistarsi giuocando e ridendo quello ch’egli non poteva ottenere a prezzo di tanti dolori!

Del resto egli passava allora un periodo di strana illusione con Angiolina. Un sogno, di quelli cui egli era tanto esposto in piena veglia, gli faceva credere d’essere stato lui il corruttore della fanciulla. Infatti, subito, le prime sere in cui l’aveva avvicinata, egli le aveva tenuti quei magnifici discorsi sulle donne oneste e sull’interesse. Egli non poteva sapere come ella fosse stata prima di venire alla sua scuola. Come non aveva capito che Angiolina onesta significava Angiolina sua? Ricominciò il sermone che aveva interrotto, ma su tutt’altro tono. Ben presto s’accorse che le teorie fredde e complesse non facevano per Angiolina. Lungamente pensò il metodo da seguire per rieducarla. Nel sogno egli l’accarezzava come se già l’avesse resa degna di lui. Tentò di fare altrettanto nella realtà. Infatti il miglior metodo doveva consistere nel farle sentire che dolcezza sia il rispetto per darle il desiderio di conquistarselo. Perciò egli si trovava allora eternamente in ginocchio dinanzi a lei proprio nella posizione in cui sarebbe stato più facilmente abbattuto il giorno in cui Angiolina avesse creduto opportuno di dargli un calcio.

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