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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Svevo - Senilità, 1927.djvu{{padleft:160|3|0]]di essere compromesso e di doverla sposare? Ma chi gli aveva messa un’idea simile in quella testa che pure di solito non appariva una delle più stolide? E lei, era forse una ragazzina da innamorarsi perdutamente per due parole ed una occhiata? — Certo — la sua ammirabile forza di volontà le permise perfino di trovare un tono di vera indifferenza — certo, la compagnia del Balli non le era stata discara, ma non l’aveva saputa tanto pericolosa. — Volle di nuovo ridere, ma questa volta la sua voce si ruppe nel pianto.

— Non vedo dunque che ci sia una ragione di piangere — disse Emilio timidamente. Avrebbe ora voluto far cessare quelle confidenze che con tanta leggerezza aveva provocate. La parola non guariva Amalia; ne inaspriva il dolore. In questo ella non gli somigliava.

— Non ho ragione di piangere quando vengo trattata in questo modo? Egli fugge come se io gli fossi corsa dietro. — Di nuovo aveva gridato, ma, dallo sforzo, fu subito spossata. Le parole di Emilio erano capitate proprio inaspettate perchè, dopo tanto tempo, ella ancora non aveva trovato un contegno. Un’altra volta ella cercò di attenuare l’impressione che tutta la scena doveva aver prodotta su Emilio. — La mia debolezza è la causa prima della mia agitazione — disse poggiando la testa sulle due mani. — Non m’hai già vista piangere per cose molto meno importanti?

Senza dirselo, ambedue corsero col pensiero a quel-

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